Associazione per un attivismo matriarcal-femminista

voci matriarcali

In questa pagina ti mettiamo a disposizione il Materiale Matriarcale raccolto nelle nostre attività, è in costante aggiornamento e intanto iniziamo così:

Care amiche, donne e anime in cammino di tutto il mondo, in questi giorni bui della follia umana patriarcale, con il cuore spezzato di fronte a tanto dolore, le tante morti – cosa possiamo fare, quali misure prendere, come fermare tutto ciò?

Attivazione Collettiva della Potenza Elementale
per la pace immediata nel mondo, per il cessate il fuoco ovunque e subito,
per una vita in Dignità e Abbondanza, per chiunque,
allacciamoci in una vasta e costante pratica collettiva.

Con questa ATTIVAZIONE COLLETTIVA DELLA POTENZA ELEMENTALE SCIAMANICA vogliamo ricordare il nostro POTERE DI DONNA, il POTERE SCIAMANICO che dimora in ognuna di noi, la FORZA DIROMPENTE che possiamo essere, la DETERMINAZIONE CONNESSA di cui siamo portatrici.

Vogliamo ricordarci che ogni cosa nasce nell’Immateriale, nell’imMaginario,
e sollecitiamo l’ATTIVAZIONE del nostro potere sciamanico:

Scegli tu come praticare e quando, scegli tu le tue modalità di connetterti con TUTTE NOI: siamo MAREA, siamo TEMPESTA biofila, siamo GUARIGIONE. Facciamo che in ogni momento ci siano tante donne nella Connessione a tessere il “Normale” della Sacralità di ogni cosa. Manifestiamo di nuovo il Coraggio irrefrenabile con cui sappiamo metterci in prima fila con la determinazione di MADRI, FIGLIE, SORELLE, NONNE, AMANTI… a prescindere, sempre.

Questo è l’invito.

Attiviamoci con CERIMONIE, DANZE, PREGHIERE, STAMBURATE,
FORMULE MAGICHE, POESIA, SUONI, FUOCHI
e tutto quello che sai tu
connettendoci in un abbraccio alla Terra

Bisogna che questa pazzia finisca. Basta patriarcato, ha fallito in ogni aspetto e sta mettendo a rischio tutt#, insieme a piante e animali ed equilibri elementali. Attiviamoci.

ATTIVAZIONE COLLETTIVA DELLA POTENZA ELEMENTALE

PER FAVORIRE CONVIVENZE PACIFICHE E BIOFILE

Raduniamoci.
Uniamoci, nella tela luminescente biofila,
alle forze della Terra, dei Cieli, degli Elementi
per attivare una rinnovata convivenza pacifica.

Colleghiamoci alle antenate
agli spiriti all’essenza di tutti gli elementi.

E’ tempo di CAMMINARE INSIEME
ricordare di Essere Parte-Particella del Corpo Terra,
complici di ogni sua espressione.

Ri-torniamo
alla frequenza vibrante dell’abbondanza,
nella sicurezza saldamente radicata
in Lei, Terra-Dea-Generatrix
nella ciclicità,
nell’amore inesorabile.

Raduniamoci

in fiera presenza – selvagge, delicate, divine –
intrecciamo le nostre voci, i suoni, le danze
nelle cerimonie
alziamo la nostra frequenza:
nutriamo l’intento di saper convivere, risolvere,
inventare, placare, distendere.

Capaci di abbracciare.

Che il cielo risuoni
di canti, voci, sibili, invocazioni
con danze sottili e inebrianti, furiose, da sole o in tante …
nell’approccio erotico al mondo
così animato, così amato.

Risvegliamo tutti i luoghi della Terra e del Mare
con la furia della nostra determinazione –
soffiamo nel vento, celebriamo il fuoco.

Troviamoci nella pratica costante, ripetuta, concordata
irraggiando nella frequenza biofila
che non prevede guerre, distruzione, sofferenza, brutalità.

Invochiamo la potenza elementale
nella danza estatica
possibile e indispensabile!

Donne belle, anime belle, girate, diffondete, praticate, seminiamo un Normale Possibile in Gioia e Dignità!

Graziegraziegrazie

https://www.pressenza.com/it/2023/12/lequivoco-del-matriarcato/

riportiamo qui l’articolo di Daniela Annetta in pressenza, che troviamo grandioso!

In questi ultimi giorni, a seguito dell’attenzione mediatica sui femminicidi, si sente molto parlare di patriarcato, soprattutto da chi dal patriarcato ha molto da guadagnare e quindi si sente in dovere di proteggerlo negando quello che è oramai sotto gli occhi di tutti, cioè che la brama di possesso del corpo delle donne uccide e che l’idea che ogni cosa, incluse le persone, sia da possedere sia la base stessa del patriarcato.

La cosa che costoro pensano è che il matriarcato sia l’immagine speculare del patriarcato, dove comandano le donne e gli uomini sottostanno rischiando tutto quello che subiscono le donne al momento attuale. A parte che qualcuno potrebbe pensare che fare un po’ per uno potrebbe essere un’ipotesi interessante, l’equivoco è proprio qui: il matriarcato non si esprime con il dominio piramidale di un sesso sopra l’altro, con qualcuno al vertice della piramide da servire e al quale dovere cieca obbedienza; il matriarcato si può raffigurare con un cerchio, una società orizzontale, dove tutte le persone hanno uguale dignità e valore e dove l’interesse primario è il bene della collettività.

C’è una vasta letteratura al riguardo, antropologhe, filosofe, economiste hanno studiato e pubblicato libri e migliaia di articoli al riguardo, a partire dall’opera di Heide Goettner-Abendroth “Le società matriarcali” fino ai resoconti di Francesca Rosati Freeman che nella società matriarcale del popolo dei Moso ha vissuto, e di molte altre che ci stanno facendo capire quanto la cultura patriarcale permei tutta la nostra società e il nostro modo di vivere e quanto sia responsabile del tracollo inesorabile del nostro mondo verso la distruzione.

Nella società patriarcale viene dato per scontato che tutto sia a disposizione della specie che evidentemente è la più dannosa: l’uomo – inteso sia come specie che come genere, di fatto in passato le donne non hanno mai avuto la possibilità di esprimersi – per cui depredare, uccidere e sterminare sia il naturale scopo dell’esistenza, in un escalation verso la creazione dell’arma finale, che metterà fine all’esistenza di ogni essere vivente. Detto così sembra una follia ma basta leggere un qualsiasi libro di storia, fare il conto dei morti ammazzati per questo principio per capire che sono stati portati avanti dei convincimenti senza alcun senso, e continuano ancora oggi in una distruzione sempre più crudele: si uccidono migliaia di persone inermi per un’idea religiosa, per interessi economici o solo per ribadire il proprio potere cieco. Senza curarsi del benessere degli altri, del benessere di tutta la natura e mettendo in inesorabile pericolo l’ecosistema intero.

Con i beni accumulati da un paio qualsiasi dei vari musk, zukkenberg, gates si potrebbe mettere fine alla fame endemica – invece di mandare razzi nella stratosfera – per esempio, creare le condizioni per ripulire il mondo dalla plastica o potenziare sistemi per energia pulita, invece di costruirsi rifugi antiatomici in caso di distruzione del pianeta. Ma non è un’ipotesi per loro immaginabile…

Ebbene, se nella società si fossero applicati i valori della Madre e del materno: cura, nutrimento, accoglienza, ascolto, affettività, reciprocità e condivisione, circolarità, inclusione, senso del sacro, equità, solidarietà, pace, benessere, potere creativo, saggezza… probabilmente ci sarebbe uno sforzo collettivo per aiutare le popolazioni del sahel decimate dalla siccità, magari la scoperta delle americhe avrebbe portato una solida amicizia tra le popolazioni europee e quelle indigene e il territorio non sarebbe stato invaso, parcellizzato e devastato, le persone non sarebbero state massacrate e la saggezza dei popoli nativi sarebbe una ulteriore grande ricchezza; giusto per fare un paio di esempi.

Continuando a valutare le differenze: nelle matricomunità dei Moso, non esiste violenza, neanche la parola per stupro; i bambini sono le persone più importanti e non ci saranno mai bambini violati o orfani, gli anziani vivono serenamente nel clan familiare e non saranno mai abbandonati in una casa di riposo; non esiste gelosia, perché la sessualità è libera e consapevole e un no è un no, serenamente, le nascite sono pianificate e non esistono figli indesiderati o illegittimi. La spiritualità è molto sentita e la natura è la sacra.

Nel clan familiare, esiste sì una matriarca, chiamata Dabu, ma ha il compito oneroso di prendersi cura del benessere di tutti i suoi familiari, sia in senso materiale che immateriale; insieme agli altri componenti del clan amministra i beni e investe i guadagni, porta avanti le tradizioni familiari, e viene scelta per le sua qualità, non per motivi ereditari.

L’economia nelle matricomunità, detta “del dono”, non prevede l’accumulo dei beni, quello che avanza viene ridistribuito partendo dalla considerazione che la madre “dona” senza aspettarsi nulla in cambio, per il benessere dei suoi figli e della famiglia, fatto che nel patriarcato è stato sfruttato e privato di valore in quanto considerato “naturale” nella natura delle donne e quindi di nessun valore;

se ne parla molto anche in ambito femminista nella serie di conferenze del Maternal gift economy movement (https://www.maternalgifteconomymovement.org/)

Qualcuno dirà che il matriarcato è una utopia, e che nella società per come è ora strutturata non è una ipotesi praticabile, a me sembra che la società che uccide i suoi simili, a partire dalle mogli, e distrugge il proprio pianeta è una ipotesi assurda e irrealizzabile, ma è proprio quello che sta succedendo ora, quindi viva le utopie, lavoriamo per de-patriarcalizzare, ci guadagniamo tutti, in primis gli uomini, sia la specie che il genere.

Daniela Annetta

Libri per approfondire l’argomento:

Francesca Rosati Freeman, Benvenuti nel paese delle donne: Un viaggio straordinario alla scoperta dei Moso, una società matriarcale senza violenza né gelosia, Amazon media

Heide Goettner-Abendroth, Le società matriarcali, Venexia edizioni

Genevieve Vaughan, Homo Donans. For a Maternal Economy, Vanda edizioni

video: Francesca Rosati Freeman, Pio D’Emilia, NoGuo, Nel nome della madre

5 puntate online sullo SCIAMANESIMO MATRIARCAL-FEMMINISTA

per ragionare insieme sui suoi contenuti, la sua definizione, la sua sostanza, il suo approccio…

Durante la strepitosa Campeggia Matriarcale di fine agosto 22 Alessandra Chiricosta ha fatto la sua esposizione su POSTURA AMAZZONE.

Questo invece un piccolo documento creato per permettere un’infarinatura “matriarcale” – se potesse esservi utile per diffondere e sostenere la conoscenza, volentieri usatelo!

PILLOLE DI MATRIARCATO

PERCHE’ VOGLIAMO PARLARE DI MATRIARCATO

  • sono società ugualitarie che non conoscono né povertà né violenza e praticano una democrazia dal basso a dimensione regionale. Non distruggono l’ambiente riconoscendo la sacralità di ogni cosa – la Terra è riconosciuta come colei che corrisponde a tutti i bisogni – aspetti che ci sembrano interessanti per contemplare alternative alla proposta patriarcale
  • ci sono un sacco di stereotipi fuorvianti in giro, vogliamo fare chiarezza.

Dominio delle donne? – Società primitive? – Amazzoni? – Fantasie femministe?

Le società matriarcali praticano l’eguaglianza fra i generi, fra le generazioni e fra la specie umana e la natura di cui si percepisce parte

IL TERMINE MATRIARCATO: “all’inizio le madri”.

Matrilineare, matrifocale, gilanico… il termine matriarcato abbraccia tutte queste caratteristiche descrivendo una società incentrata sulla cura e sulla condivisione.

I MODERNI STUDI MATRIARCALI

Si parla di matriarcato a partire da “Il Matriarcato” di Johann Jakob Bachofen (1861)

NUOVE VISIONI CON LE RICERCATRICI DEL 900

Marija Gimbutas (1921-1994) : ARCHEOMITOLOGIA – “La civiltà della Dea” (Venexia Ed.), “Le Dee viventi”

Riane Eisler: GILANIA – “Il calice e la spada”_

Veronica Bennholdt-Thomsen: SUSSISTENZA

Peggy Sunday Reeves: Minangkabau Sumatra

Genevieve Vaughan: ECONOMIA DEL DONO – “Per-donare”

Heide Goettner-Abendroth: MODERNI STUDI MATRIARCALI – “Le società matriarcali” (Venexia Ed.)

Francesca Rosati Freeman: i Moso – libro “BENVENUTI NEL PAESE DELLE DONNE e film NUO GUO – NEL NOME DELLA MADRE (scaricabile in internet: https://vimeo.com/87047031)

Matriarché – libro di Monica di Bernardo e Francesca Colombo

Heide Goettner-Abendroth inizia la sua ricerca nelle biblioteche universitarie e le allarga con studi in tutto il mondo su società matriarcali storiche e attuali, estraendone delle caratteristiche determinanti. Da qui fonda una definizione di “cos’è il matriarcato” in 4 ambiti:

  • politico
  • economico
  • sociale
  • culturale/spirituale

DEFINIZIONE DI SOCIETA’ MATRIARCALI

  • IL LIVELLO SOCIALE:
    • organizzazione in clan, una famiglia allargata organizzata intorno alla donna più anziana e le sue/ i suoi discendenti
    • matrifocalità (che ha al centro la madre) e matrilinearità (la linea di discendenza si orienta alla madre)
    • „matrimonio di visita“ – (in Moso: „unione in cammino“) – che garantisce la libertà sessuale per entrambi i sessi: l‘incontro erotico non è associato alla sicurezza e all’esaudimento di bisogni esistenziali (questi sono coperti dal clan)
    • la figura maschile di riferimento per lbimbe/bimbi è lo zio materno – „paternità sociale”
    • rete di relazioni come sistema di reciproco supporto

le società matriarcali sono

….società non-gerarchiche (orizzontali) di parentela matrilineare

  • IL LIVELLO POLITICO:
    • vera „democrazia dal basso“: le decisioni sono prese con il metodo del consenso, nel consiglio del clan e in quello regionale (che è la dimensione politica più grande, non esistono „stati“)
    • i delegati politici (spesso maschi) non hanno potere decisionale
    • ogni elemento del clan ha una voce
    • non esistono strutture gerarchiche e distinzioni di classe, provenienza o genere

società egualitarie basate sul consenso

  • IL LIVELLO ECONOMICO:
    • condivisione invece di accumulo
    • economia di sussistenza basata sull‘agricoltura – che include altri mestieri e professioni
    • assenza di proprietà privata: i beni fondamentali per la sopravvivenza, come terre e case, appartengono al clan e sono gestiti dalle donne
    • orientamento ai bisogni di ogni elemento del clan
    • ri-adattamento continuo dei livelli di ricchezza: circolazione di beni vitali in qualità di doni nell’occasione delle numerose feste

societa di reciprocità economica basate sulla circolazione dei doni

  • IL LIVELLO CULTURALE:
    • orientamento alla ciclicità della vita: le donne sono rispettate e venerate come rappresentanti e custodi dell‘enigma della vita
    • sacralità di ogni manifestazione della vita nella visione di essere parte della Natura percepita come Dea
    • percezione di un sistema simbolico spirituale integrale presente nella quotidianità, in cui si integrano le/i antenate/i e le forze elementali
    • ritualizzazione dei temi della vita attraverso i vari festeggiamenti, fra cui il più importanti è quello per il menarca

società sacrali e culture del Divino Femminile o della Dea

PER APPROFONDIRE: